News, Press review

Senza medaglia, ma al settimo cielo (RSI 03.08.24)

Elia Parigi 2024

Il commento di Gianluca Pusterla sulle gare di Elia Colombo

 

Un’Olimpiade ha tante sfaccettature ed è bello accendere i riflettori su sport che solitamente non siamo abituati a vedere con frequenza. È il caso della vela, che abbiamo seguito tifando il nostro Elia Colombo e che, grazie a lui, abbiamo anche imparato a conoscere.

 

Parigi e la Francia hanno scelto Marsiglia per le discipline veliche, qui dove il legame con il mare è indissolubile, con il porto che influenza la cultura cittadina. Un melting pot, un po’ come l’Olimpiade stessa.

Chi non conosce il mondo della vela si sarà stupito vedendo le attese di questi giorni. Sì, Eolo, Dio dei venti, non sempre è stato clemente, ma gli atleti sono abituati a dover competere anche contro le avversità meteorologiche. È stata dura, anche per via delle temperature vicine ai quaranta gradi, ma è stato uno spettacolo. Qui, nella Francia meridionale, tanti vengono a passare qualche giorno di vacanza, migliaia di appassionati sono invece venuti a seguire i Giochi.

 

Il nostro Elia il mare ha saputo gestirlo, eccome se l’ha fatto: aveva detto di non porsi limiti alla vigilia e l’ha vissuta proprio così, con il vento - quando c’era - sui capelli a spingerlo. Semplicemente, ci vien da dire, si divertiva in acqua. Il colpaccio l’ha fatto nelle qualifiche, dove ha vinto la tredicesima race. Un trionfo che complice una protesta l’ha portato all’atto conclusivo.  Lì, nella medal series del windsurf IQFOIL, ha dato tutto.

 

“La partenza è stata ottima, ci sono andato davvero vicino, ma purtroppo mi hanno superato sul finale”. Peccato, perché abbiamo sperato vedendolo volare sull’acqua. Per sua stessa ammissione è stata una settimana memorabile, condita da emozioni a non finire, in fondo è un’Olimpiade, è il meglio del meglio. E qui, dove ci sono solo i migliori, ha concluso al settimo posto. È solo il secondo ticinese nella vela a vivere il sogno a cinque cerchi, è l’unico a tornare a casa con un diploma olimpico. Sì, forse il diploma non vale un granché, ma conta il viaggio e l’esperienza che ha vissuto. Ce lo ricorda pure un certo Cristoforo Colombo, che con il suo dolce naufragar è rimasto indissolubilmente nella storia.